Published On: 19 Marzo 2023Categories: Eventi, Eventi gratuiti, Eventi gratuiti Toscana

Serata di sensibilizzazione

Mercoledì 22 Marzo – ore 18.00 – 20.00

Sentire

con
G.PAOLO QUATTRINI  – Direttore Scientifico IGF, psicologo, psicoterapeuta

Che vuol dire quando si chiede “cosa senti, non cosa pensi?” Sentire in questo senso si riferisce a due cose precise: sensazioni
ed emozioni. Per capire qualcosa degli esseri umani bisogna guardarli come parte della natura, come parte di questo vasto
ecosistema dove innumerevoli esseri viventi interagiscono fra di loro e derivano strutturalmente uno dall’altro. Non si sente
male perché si pensa al concetto di dolore: sente male anche un coccodrillo, che non ha il concetto di dolore, eppure,
certamente sente male quando viene ferito. Sente male qualunque essere vivente dotato di terminazioni nervose, le quali lo
avvertono, attraverso il fenomeno del dolore, che la situazione è pericolosa e che è il momento di tirarsi indietro. Le sensazioni
sono informazioni che arrivano più o meno direttamente dalle terminazioni nervose: se si mette un dito su un ferro rovente,
l’informazione viene direttamente, se invece si guarda un oggetto, l’informazione viene indirettamente, nel senso che è
interpretata dal sistema nervoso centrale.

Anche le emozioni sono qualcosa che si sente. Ma che differenza c’è per esempio tra una sensazione come morbido e
un’emozione come paura? La differenza è espressa dell’etimologia della parola. Emozione viene da e-movere cioè smuovere,
far muovere: un’emozione è un gruppo di sensazioni che obbliga a una reazione. Se ad esempio si tocca qualcosa e si ha una
sensazione di morbidezza, questa sensazione non costringe ad avere una reazione. Se invece si prova paura, si è costretti da
questa emozione a sottrarsi alla situazione che l’ha determinata. Non è obbligata la modalità, perché ci si può sottrarre in molti
modi, ma è obbligato il senso dell’azione: “bisogna che scappi”. Si potrebbe chiedere: “E la gioia allora? Non è un’emozione?
E a cosa “muove” la gioia?”. La gioia “muove” a partecipare alla situazione che la provoca, che comporta un allentamento di
tensione, un’apertura.

Sentire si riferisce ad entrambe le cose: si sentono sensazioni e si sentono emozioni. Entrambe sono informazioni sul mondo,
ma di due ordini differenti, in quanto le sensazioni lasciano liberi nella reazione, mentre le emozioni obbligano ad avere una
reazione funzionalmente determinata. Le emozioni insomma svolgono una fondamentale funzione di sopravvivenza. Essere
capaci di avere paura significa potersi sottrarre ad una quantità di pericoli: l’essere o non essere capace di avere paura fa spesso
la differenza tra sopravvivere e no.

Oltre ad obbligare la persona a fare qualcosa, le emozioni la mettono nelle condizioni fisiche di farlo. Prendiamo ad esempio
una persona arrabbiata: nel suo sangue c’è una quantità elevata di adrenalina, che produce vasocostrizione. Quando i vasi
sanguigni si stringono, un’eventuale ferita perde meno sangue, cosicché l’emozione della rabbia lo mette in condizione di non
morire facilmente dissanguato, se per esempio viene ferito nello scontro. In più il tono muscolare è alto, quindi le reazioni
fisiche sono più rapide e incisive: sente anche meno il dolore, quindi si scoraggia più difficilmente. Insomma, una persona
arrabbiata subisce una trasformazione fisica che la mette in condizione di combattere meglio.

Anche una persona impaurita è in condizioni di reggere stress altrimenti non sostenibili: è capace per fuggire di correre fino a
farsi scoppiare il cuore, cosa che una persona non impaurita non sarebbe in grado di fare. Il suo corpo attinge a risorse a cui
normalmente non avrebbe accesso, ma come molti strumenti, anche le emozioni sono un’arma a doppio taglio: per un verso
aiutano a sopravvivere, ma per l’altro obbligano ad avere una reazione anche quando questa diventa disfunzionale.

Le emozioni sono allo stesso tempo degli strumenti e delle gabbie. L’essere vivente che prova un’emozione è posto da questa in
condizioni fisiche adatte al bisogno: nello stesso tempo, però si ritrova incastrato per forza in un’azione, non può farne a meno.
La forza delle emozioni risiede proprio nel fatto che non sono volontarie, quando arrivano addosso è difficile sottrarsi.
Riassumendo possiamo dire che le emozioni inducono comportamenti, e sono meccanismi “messi a punto” dall’Evoluzione a
fini della sopravvivenza, ma allo stesso tempo sono le maggiori sorgenti di problemi per un essere vivente.

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