G. Paolo Quattrini – psicologo, psicoterapeuta della Gestalt, direttore scientifico Istituto Gestalt Firenze
Coordina Valentina F. Barlacchi -psicologa, psicoterapeuta della Gestalt, direttrice didattica IGF
– Estratto dell’intervento all’International Gestalt Training–
Confrontarsi con l’alterità significa incontrare i confini dell’alterità, che senza confini non sarebbe tale: in questi termini il movimento di tesi e antitesi verso la sintesi è una dialettica di confini, e questo porta alla necessità di una delucidazione del termine, cosa si può intendere cioè per confine.
In un’ottica fenomenologico esistenziale, dove non si può pensare in termini di strutture psichiche, in quanto sono ipotesi e non fenomeni, i confini dell’io sono una metafora per evocare un’esperienza, per esempio il limite fra quello che si è in grado e quello che non si è in grado di fare.
Nell’infanzia abitiamo nell’appartamento dei nostri genitori, dove abbiamo magari una stanza personale, ma dove condividiamo il resto della casa senza separazioni di territorio: in termini metaforici è come dire che il resto della famiglia entra e ed esce dal nostro spazio senza chiedere il permesso.
Quando diventiamo adulti poi di solito si acquisisce una casa propria, nella quale per entrare gli altri devono suonare il campanello: abbastanza frequentemente però a livello intrapsichico le persone non acquisiscono muri perimetrali che li separino dalle persone con cui hanno relazioni emotivamente rilevanti, ed è come abitassero nella stessa casa, incapaci di contrapporsi agli altri nei momenti di diversità esistenziale. È come se non avessero muri che li proteggano, come quelli di una casa che tengono fuori pioggia, freddo e seccatori, e conservare la propria integrità esperienziale è affidato a una lotta non di rado spontaneistica e inefficace. (…)
Il problema dal punto di vista psicoterapeutico è la costruzione di queste pareti metaforiche: da dove si comincia, e come si procede, tenendo presente che si deve svolgere direttamente al livello dell’esperienza.