con Paolo Quattrini
Appartenere risulta all’osservazione, clinica e non, uno dei bisogni fondamentali dell’essere umano: ci sono innumerevoli forme di appartenenza, ma nessuna esente da un tasso più o meno alto di illusione. Kohut elaborò la teoria degli oggetti-Sé, in cui il bambino utilizza i personaggi familiari come componenti architettoniche della cinta di mura della cittadella della sua persona.
Se appartenere è necessario ma illusorio, partecipare invece ha dimensioni ben più concrete, che coprono poi in pratica anche il fabbisogno di appartenenza.
In genere l’appartenenza in senso olistico non ha comunque le stigmate dell’appartenere, che si presentano come un diritto da riscuotere: l’esperienza assomiglia di più a quella della partecipazione, in cui c’è piuttosto un fidarsi che un aspettarsi.
Lunedì 23 giugno 2014 – ore 21:00
prenotazione obbligatoria
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