Pubblichiamo volentieri una lettera che ci ha spedito la Sipap in merito al Referendum indetto dall’Ordine degli Psicologi per la modifica degli artt. 1, 5 e 21 del Codice deontologico. Approfondimenti attraverso slides esplicative possono essere trovati sul sito www.sipap.org.
Ecco come la proposta di riforma degli artt. 1, 5 e 21 potrebbe danneggiarci
a cura di Luisa Barbato e Pierluigi Policastro
Cari colleghi/e,come molti di voi già sapranno, a breve saremo chiamati a votare un referendum proposto dal CNOP (l’Ordine Nazionale degli Psicologi)in merito alla modifica di tre articoli, l’1, il 5 e il 21, del codice deontologico degli psicologi.
Prima di entrare nel dettaglio e spiegarvi in cosa consistono le modifiche degli articoli,vorremmo sottolineare la logica complessiva di questi interventi che toccano argomenti importantissimi della nostra professione.
Gli argomenti sono:
– Art. 1 Le prestazioni professionali effettuate a distanza (internet ecc.)
– Art. 5 La formazione continua
– Art. 21 L’insegnamento delle conoscenze della nostra professione a soggetti terzi
Sicuramente vi rendete conto che si tratta di argomenti molto rilevanti e attuali che necessitano di un confronto e di un dibattito quanto mai ampio all’interno della nostra comunità professionale.
Come cerca invece di risolvere il problema l’Ordine Nazionale? Facendone oggetto di deontologia professionale, ossia inasprendo i controlli e le punizioni.
Gli Ordini, si sa, da sempre sono lontani dal nostro lavoro, dalle nostre problematiche, in particolare l’ordine nazionale che è formato solo dai presidenti degli ordini regionali, ossia quanto di più mediato, per non dire lontano, rispetto alla realtà professionale che viviamo tutti i giorni.
Allora cosa ci dicono questi signori? Che per le prestazioni a distanza (art. 1) si applica il codice deontologico come per tutte le altre prestazioni, come dire: se sbagliate via internet sarete puniti come se sbagliate a studio. Per il resto, per tutte le problematiche che l’uso delle nuove tecnologie nel nostro lavora comporta, il CNOP non ha altro da dirci.
Per la formazione continua (art.5), allo stesso modo – copiando ciò che dice la recente legge sulla regolamentazione delle professioni – viene sancito che non farla comporta una violazione deontologica, ossia, ancora una volta sarete puniti. Cosa ci dice il CNOP sulle problematiche che l’obbligo di formazione continua comporta? Non ha altro da dirci.
Infine l’articolo 21, quello più controverso. Qui i divieti e le punizioni divengono molto stringenti, addirittura paradossali: se osate insegnare “gli strumenti e le tecniche di conoscenza psicologiche” a tutti quei soggetti (infermieri, insegnanti, educatori, dirigenti d’azienda ecc.)che potrebbero tramite questi insegnamenti migliorare lo svolgimento della loro professione, allora sarete puniti. Potrete solo insegnare le “conoscenze psicologiche”. A questo punto sarete confusi e vi chiederete: ma quale è la differenza? Non lo sappiamo, ce lo stiamo chiedendo anche noi. Sul tema professioni limitrofe a quella dello psicologo cosa altro ci dice il CNOP? Ovviamente niente.
In sintesi, oltre ai contenuti delle modifiche, tutte in stile restrittivo e punitivo, siamo fortemente contrari alla modalità, al come, temi così rilevanti vengono affrontati.
Non è chiudendo il recinto che i buoi non scappano, forse sono già scappati, non è stringendo i vincoli e aumentando gli obblighi e le relative sanzioni che modernizziamo la nostra professione. E soprattutto, non è inserendo gli ennesimi legacci che promuoviamo lo sviluppo della nostra professione.
Vi ricordiamo che il referendum è previsto dalla legge 56/89 (sull’ordinamento della professione di psicologo)e coinvolge tutta la comunità professionale ma non prevede quorum minimi. Quindi il risultato del referendum sarà valido a prescindere da quanti di noi voteranno!
Per tutte queste ragioni, quando riceverete la busta pre-affrancata per votare che ci invierà il CNOP, vi chiediamo di votare
NO!!!
al referendum.
Considerata l’importanza di questi passaggi, vi invitiamo tutte/i a dedicare 5 minuti del vostro tempo per visionare il video delle slide commentate, con le quali esponiamo più in dettaglio i punti critici della riforma che ci hanno indotto ad assumere la posizione CONTRARIA.