Gianfranco Proietti (Medico – Psicoterapeuta della Gestalt)
Pubblicato il 19 settembre 2011
Come affrontare il rapporto medico-paziente in ambito oncologico? Come coniugare al naturale maternage una maggiore professionalità comunicativa e relazionale? Tre donne, tre psicologhe e psicoterapeute parlano e si confrontano sull’importanza per tutti gli operatori della salute di munirsi di competenze comunicative che consentano al medico non solo di fronteggiare la problematicità del suo ruolo (l’inevitabile coinvolgimento, la difficoltà di comunicare la diagnosi e di prospettare decisioni difficili), ma di metter in atto comportamenti che corrispondano a una presa in carico totale del malato, ovvero, in una visione più ampia del concetto di salute, di riconoscerlo come persona bisognosa di un aiuto e di un’assistenza che tenga conto del suo stato di malattia e della necessità di cura, ma anche del suo benessere psicologico.
Il libro richiama la difficoltà da parte degli operatori della salute di usare la giusta comunicazione con il malato nel comunicare la diagnosi e nella scelta delle notizie da dare, proponendo le modalità più adeguate per limitare gli effetti di un’informazione impropria e confusa che risuoni nel vissuto del malato come una sirena nel traffico il cui suono acusmatico non permette di capire da dove provenga, aumentando il suo stato di confusione e di allarme e trascinandolo nel più totale panico. In tal senso, nel testo si parla di “ritmo e di pause”, come se la comunicazione dovesse seguire il ritmo di danza, proponendo, in alternativa alla ripetizione delle ‘solite’ frasi, atte alla corretta procedura di ascolto e di dialogo clinico, un movimento costituito da relazione e parole, sottolineando che, al di là di quanto si può apprendere da un manuale, ciò che conta è aderire a un “movimento empatico”, che scaturisce assumendo l’ottica di una relazione circolare tra persona malata e colui che cura.
Il libro, suddiviso in unità formative, sviluppa un insieme d’indicazioni utili e specifiche secondo la fase di malattia e delle caratteristiche del contesto relazionale, per consentire agli operatori di mantenere “la giusta distanza”, in modo di sostenere il paziente senza invaderlo, evitando di farsi inglobare dalle sue pretese e dal suo dolore.
Interessanti alcune citazioni riguardo alla comunicazione esplicita di cancro, morte e prognosi che testimoniano l’incertezza degli operatori circa l’atteggiamento da assumere con valutazioni che devono tener conto di scelte e decisioni sia a breve sia a lunga distanza, ma anche di non togliere valore e/o di fornire non appropriate vie di fuga al consapevole sentimento d’importanza e gravità che gli ultimi momenti della vita richiedono per dare dignità alla vita umana.
Interessanti gli strumenti, predefiniti da ogni autrice come idonei, per l’ottenimento degli obiettivi formativi: presentazione dei partecipanti, metaplan, visione di film, brainstorming, libera discussione, lezione frontale, focus group, gruppo Balint, esperienze guidate, role playing. Un insieme di proposte a misura delle varie unità formative programmate nel libro sicuramente utili a chi avrà il compito di formare i diversi operatori che, secondo i loro ruoli specifici, si trovano ad affrontare la complessità della malattia oncologica.
Il libro per ultimo esamina anche quello che concerne il vissuto del medico, l’impatto emotivo del suo essere “messaggero di morte”: diagnosi, terapia, peggioramento, sospensione della terapia attiva e sua sostituzione con la palliativa; passaggi con clessidra utili per cercare d’accompagnare la persona malata verso l’epilogo della sua condizione umana. Il medico nella sua laicità di ruolo diventa altro, raccoglie la sua limitatezza per diventare in quell’ultimo tratto compagno di viaggio, partecipe di un rito al quale ognuno darà il nome che vuole.
“Le competenze comunicative in oncologia. Un percorso formativo”
Gabriella Morasso, Anita Caruso, Anna R. Ravenna
Editore Franco Angeli
Collana Scienze E Salute Formazione
Milano, 2011, pagine 154, brossura
Prezzo: € 20,00