Serata di sensibilizzazione
Mercoledì 6 Novembre 2024
Online su Zoom
ore 18:00 – 20:00
Sotto e sopra l’ombrello dell’io:
lo spirito
con
G. PAOLO QUATTRINI
Direttore scientifico IGF, psicologo, psicoterapeuta
Anche la fenomenologia pensa in termini di infinito: l’infinito è un posto dove il senso c’è e non c’è, se ti
dai da fare lo trovi, altrimenti rimani seduto sulle discariche. In un’ottica di totalità, invece, non importa se
siedi sulle discariche, tanto il senso c’è comunque: le basi filosofiche non sono vere o false, ma sono
relative. Una base filosofica è una mappa, e una mappa è qualunque cosa sia non è il territorio. Questo
significa che non c’è una verità sola: per conoscere si deve ragionare in termini di differenza fra mappe e
territorio, cioè deve stare con un occhio sulla mappa e uno sul territorio.
La base invece del pensiero filosofico greco, da cui deriva il mondo occidentale, sono gli oracoli. Prima di
Socrate c’erano i presocratici e questi erano strettamente in contatto con il mondo degli oracoli. Il mondo
degli oracoli era qualcosa di assolutamente non indagabile. Il mondo oracolare è una forma
mediterranea del mondo sciamanico, un mondo di conoscenze profondissime e straordinarie, in parte
utilizzabili anche nel nostro mondo: un mondo della trascendenza, cioè dello spirito.
Lo spirito non si conosce, lo spirito si vive e basta: non ha regole, non ha struttura, non ha cose che si
ripetono e quindi non può essere maneggiato in maniera conoscitiva. Diceva Adorno: ”Indagare l’anima
sarebbe a rigore cercare a tastoni qualche cosa che non c’è”. Non perché l’anima non esiste, ma perché
è qualcosa che si presenta senza necessità, trascendendo le sue basi biologiche. Non c’è modo di
indagare meccanicamente i livelli della trascendenza: vanno vissuti direttamente, e l’umanità ha imparato
a fare tesoro dell’esperienza degli altri quindi quando qualcuno decide di entrare in questi mondo, se può
di solito ci va con qualcuno che ci è già stato