Incontri gratuiti teorico-esperienziali
Mercoledì 11 Settembre 2024
ore 18:00 – 20:00
su Zoom
L’elogio dell’invisibile.
Concreto, astratto e trascendente
con
G. PAOLO QUATTRINI
Direttore scientifico IGF, psicologo, psicoterapeuta
Tradizionalmente si differenzia fra ciò che è concreto e visibile con gli occhi e ciò che è astratto, visibile
solo attraverso i nomi dei concetti e invisibile agli occhi. Ma l’astratto non è l’unica forma di invisibile, lo
è anche l’insieme, che trascende la somma delle parti. (…) Fra due persone di fronte corre qualcosa, che è
necessariamente invisibile, e questo correre è la cosa più importante, umanamente parlando: è l’evento, è
l’accaduto, è il bello e il brutto, il buono e il cattivo, lo stupido e l’intelligente.
Si tratta del processo dialettico secondo Merleau Ponty [1], dove la sintesi non è sullo stesso piano di realtà di tesi e
antitesi, ma è qualcosa che avviene nel loro campo di forze, e che prima di diventare evento è potenzialità:
lo stato del gatto di Schrödinger che è vivo e morto allo stesso tempo prima che avvenga l’osservazione.
Se l’evento è magari visibile, la potenzialità non lo è in nessun caso e guardare alla potenzialità equivale a guardare
l’invisibile: tradizionalmente è qualcosa che viene considerato una sciocchezza, ma gran parte della vita
umana si basa su questo.
[1] MERLEAU PONTY L’aventure de la dialectique (Paris, Gallimard,1955)
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